C’è un gesto antico, istintivo e insieme profondamente contemporaneo che scandisce il momento esatto in cui ci predisponiamo ad affrontare lo spazio pubblico: allacciare le scarpe. Non si tratta di un atto meramente tecnico, ma di un rituale intimo e quotidiano, capace di condensare intenzioni, estetiche e narrazioni personali.
Tra tutte le calzature, il come allacciare le sneakers si impone oggi come vero e proprio elemento semantico, capace di riflettere e costruire l’identità individuale attraverso ogni loro più minuto dettaglio – primo fra tutti, il laccio. Che si tratti di un nodo stretto e simmetrico o di una legatura lasciata volutamente sciolta e informale, ogni variazione racconta un orientamento stilistico, una disposizione del carattere, un certo modo di camminare nel mondo.
In questo linguaggio visivo e simbolico, l’allacciatura assume un valore espressivo inedito, trasversale alle generazioni e alle estetiche. Lungi dall’essere una pura questione di funzionalità, essa diventa componente strutturale della comunicazione di sé, un elemento che completa la calzatura e ne modifica – talvolta radicalmente – la percezione. È sufficiente osservare come anche le sneakers più essenziali cambino aspetto attraverso una diversa disposizione delle stringhe: da sportive a eleganti, da minimali a sperimentali. In questo senso, modelli come le adidas VL Court 3.0 offrono una base neutra, elegante nella sua semplicità, che ben si presta a variazioni di allacciatura capaci di mutarne l’attitudine complessiva: con una legatura classica risultano misurate e sobrie, mentre con lacci colorati o intrecciati comunicano un’ironia consapevole.
Il panorama attuale delle sneakers si distingue infatti per la sua ibridazione tra forma e segno, tra funzione e narrazione. Le maison più autorevoli hanno saputo rileggere l’allacciatura come elemento primario della grammatica visiva, proponendo soluzioni che vanno dai lacci in raso ai volumi oversize, dai materiali riflettenti alle stringhe a contrasto, fino ai fermalacci logati o decorativi. Un esempio interessante in questa direzione è rappresentato dalle Skechers Uno Stand on Air, che, pur mantenendo una silhouette sportiva, propongono una struttura dei lacci che può essere facilmente reinventata con inserti tono su tono o fluo, rendendole interpreti duttili dello stile personale. Questo ci ricorda che non è la calzatura in sé a definire lo stile, ma la maniera in cui essa viene vissuta, legata, interpretata.
In un’epoca come la nostra, che celebra l’individualismo sartoriale e la personalizzazione come cifra dell’autenticità, il laccio delle sneakers si trasforma così in un ponte tra l’universale e il soggettivo. Non esiste un modo corretto che risponde alla domanda come allacciare le sneakers, semmai esiste una moltitudine di possibilità, ognuna delle quali contiene un messaggio. Una sneaker come la Nike Court Vision Low, dal design classico ispirato al basket anni Ottanta, cambia completamente se accompagnata da lacci flat bianchi in stile old school, oppure da stringhe color block incrociate diagonalmente. È in questa possibilità di riscrittura che risiede il fascino contemporaneo della sneaker: oggetto fluido, mai definitivo, in continua metamorfosi estetica.
Allacciare una scarpa, dunque, non è solo prepararsi a camminare. È un gesto di appartenenza e di distinzione, una firma stilistica che, come ogni tratto autografo, parla di noi con chiarezza inaspettata. E proprio per questo, anche nel mondo apparentemente casual delle sneakers, non esistono dettagli irrilevanti.
L’allacciatura delle calzature affonda le sue radici in un passato remoto, là dove la funzione primaria – tenere saldo il piede alla suola – si è sempre accompagnata, consapevolmente o meno, a un gesto simbolico. Già nell’Antico Egitto, i sandali rituali venivano assicurati con corde in lino intrecciato, mentre nell’Antica Roma le caligae militari e i sandali cerimoniali dei patrizi avvolgevano la gamba con lacci in cuoio, in un disegno funzionale quanto ornamentale. Ma è solo con l’avvento della cultura sportiva moderna che la stringa si emancipa da mera necessità tecnica per diventare codice visivo e identitario, destinato a segnare la transizione da abbigliamento a linguaggio.
Nel corso del Novecento, le sneakers diventano territorio d’ibridazione fra esigenze performative e suggestioni estetiche. E quando, negli anni Ottanta, la cultura hip hop trasforma le strade urbane in palcoscenici stilistici, il laccio diventa il protagonista inatteso di una rivoluzione globale. Cambiarlo, rimuoverlo, annodarlo in maniera creativa significava riscrivere la narrazione della scarpa, modificarne la retorica visiva. Le adidas Superstar, rese leggendarie dai Run D.M.C., furono tra le prime a essere portate senza lacci, in segno di ribellione ai codici tradizionali. Allo stesso modo, le Air Jordan 1 divennero tela bianca per personalizzazioni ardite, in cui la sostituzione dei lacci originali con varianti fluo o bicolore rappresentava un’affermazione individuale netta e precisa.
Questo fenomeno, a prima vista marginale, ha aperto la strada a una delle tendenze più affascinanti della moda attuale: la reinterpretazione radicale del dettaglio. Oggi, i brand più attenti alle esigenze espressive del consumatore contemporaneo offrono calzature con lacci intercambiabili, con inserti metallici, con texture inusuali. Alcuni modelli, come le Liu Jo L3A Sneakers Donna, propongono una struttura sobria ma strategicamente aperta alla personalizzazione: il colore neutro della tomaia e la disposizione simmetrica degli occhielli rendono queste scarpe una tela ideale su cui articolare combinazioni cromatiche e tecniche di allacciatura alternative, valorizzando tanto la pulizia estetica quanto il gesto espressivo.
Ma non è solo la moda femminile a trarre vantaggio da questa dinamica. Anche l’universo maschile si apre alla sperimentazione sottile. Le Puma Smash 3.0 L, ispirate all’heritage sportivo del tennis, sono pensate per una sobrietà di fondo, ma lasciano spazio alla variazione stilistica: una legatura classica con lacci bianchi sottolinea l’anima heritage, mentre l’introduzione di stringhe in tonalità scure, magari piatte e cerate, ne modifica la percezione, conferendo un’aria più urbana e sofisticata.
Anche nel mondo bambini si assiste a una crescente attenzione all’allacciatura come strumento ludico ed educativo. Sneakers con lacci elastici, oppure con sistemi di allaccio alternativo – come i velcri mimetizzati o i dispositivi slip-on – introducono i più piccoli a una cultura dell’autonomia e dell’estetica sin dalle prime età. Le Champion Sprint Bambino con elastico e velcro ne sono un esempio efficace: combinano accessibilità, funzionalità e un design che simula l’allacciatura classica, educando al gesto attraverso il gioco.
Ciò che un tempo era un meccanismo puramente tecnico è oggi, quindi, un linguaggio a tutti gli effetti, articolato in simboli e declinazioni, interpretabile a seconda del contesto culturale e generazionale. L’allacciatura non è più un’esigenza strutturale, ma un atto estetico consapevole, capace di ridefinire la silhouette della scarpa e di mutare la percezione della persona che la indossa. Anche la più sportiva delle sneakers, come le Nike WearAllDay, si trasforma radicalmente grazie all’uso creativo dei lacci: con stringhe ton-sur-ton diventa sobria e neutra, con accenti fluo acquisisce dinamismo giovanile.
La moda contemporanea, che riflette e modella le aspirazioni individuali, ha saputo valorizzare questa evoluzione, restituendo alla stringa – in tutte le sue declinazioni materiche, cromatiche, tecniche – una centralità concettuale che si concentra sulla modalità attraverso il come allacciare le sneakers. E nel farlo, ha sancito una verità sottile ma profonda: anche il dettaglio più apparentemente invisibile può contenere un’intera visione del mondo.
La maniera in cui si decide di far passare i lacci attraverso gli occhielli, di stringerli, lasciarli pendere o scomparire sotto la tomaia, non è mai una scelta neutra: è piuttosto un atto deliberato, quasi autoriale, che definisce l’identità di chi calza la scarpa con una specifica intenzione visiva.
Esistono, naturalmente, tecniche canoniche come l’allacciatura incrociata, simbolo di eleganza classica, equilibrio e rigore. È la scelta prediletta da chi cerca un ordine armonico nel proprio abbigliamento, e si adatta perfettamente a silhouette essenziali e versatili come le adidas Run 70s o le adidas VL Court 3.0, che, grazie alla simmetria degli occhielli e alla loro impostazione rétro-running, restituiscono con l’incrociato classico un’immagine sobria ma distinta. All’opposto, troviamo l’allacciatura a scala, dove i lacci corrono orizzontalmente e si incrociano internamente: una tecnica che crea un effetto visivo strutturato, quasi architettonico, ideale per sneakers dal design massivo, come le Skechers Uno Stand On Air, le cui proporzioni chunky e la tomaia traforata vengono valorizzate da una legatura più sperimentale.
In fatto di come allacciare le sneakers, per chi predilige uno stile minimalista e raffinato, ovvero l’allacciatura nascosta – con lacci celati sotto la linguetta – rappresenta un piccolo capolavoro di essenzialità. Il risultato è un’estetica pulita, quasi astratta, che trova la sua massima espressione in modelli dal profilo discreto, come le Nike Court Vision Low, in cui la struttura compatta della tomaia e la monocromia opaca si prestano perfettamente a una visione rarefatta dello stile. Nascondere i lacci significa eliminare l’ornamento superfluo, lasciando emergere la purezza della forma e l’autocontrollo della persona che la indossa.
Esistono poi tecniche più audaci su come allacciare le sneakers, legate a sottoculture giovanili o alla scena streetwear internazionale: l’allacciatura a zig-zag diagonale, che imprime dinamismo visivo e spezza la simmetria; la chiusura asimmetrica laterale, che trasforma la scarpa in un oggetto di design concettuale; i lacci incrociati a X multipla, spesso utilizzati per enfatizzare volumi, texture o contrasti cromatici. In questi casi, la calzatura diventa territorio sperimentale, e ogni laccio diventa gesto grafico. Alcuni modelli sportivi, come le Champion Rebound Low, si prestano perfettamente a questi codici visivi più estremi: con i loro inserti a contrasto e le cuciture accentuate, invitano a giocare con lacci doppi, colori a contrasto o composizioni non convenzionali.
Ma l’espressività dell’allacciatura non si esaurisce nella forma: essa si estende ai materiali, alle texture, alla larghezza e lunghezza delle stringhe stesse. L’utilizzo di lacci piatti rispetto a quelli tubolari, ad esempio, altera la percezione visiva dell’intera scarpa: i primi evocano un’estetica sportiva anni ’90, mentre i secondi richiamano lo sport performance contemporaneo. Le Puma Smash 3.0 L, con i loro lacci tondi in tinta con la tomaia, offrono una base perfetta per essere reinterpretate con inserti fluo, dettagli in seta o addirittura stringhe alternate cromaticamente per un effetto personalizzato e immediatamente riconoscibile. Anche la lunghezza dei lacci contribuisce alla definizione dell’insieme. Un nodo doppio e stretto comunica efficienza, rigore e attitudine al controllo. Un fiocco morbido, lasciato cadere sulla parte anteriore del piede, è invece indice di una visione rilassata, aperta, vagamente bohémienne. I lacci lasciati lunghi e pendenti, senza nodo, sono spesso adottati da chi frequenta il linguaggio dell’hip hop o dell’underground metropolitano: un’estetica del “non finito”, del gesto sospeso, che racconta un’identità in movimento, resistente alle chiusure formali.
In definitiva, l’allacciatura non è semplicemente un mezzo per calzare una scarpa: è una sorta di firma personale che, come una grafia unica, si imprime sull’oggetto e ne determina la lettura pubblica. Ogni tecnica, ogni variazione, ogni piccolo gesto contribuisce a trasformare come allacciare le sneakers, trasformandole da oggetto industriale a manufatto personale.
Sapere come allacciare le proprie sneakers significa saper dirigere un discorso visivo coerente e potente.
Nel mondo della moda contemporanea, in cui ogni elemento concorre alla definizione di un’estetica esperienziale e multisensoriale, e quando si tratta di capire come allacciare le sneakers, il laccio non è più considerato solo strumento funzionale, bensì un vero e proprio artefatto su cui si proiettano valori materiali, immaginari tattili e simboli di status. La sua materialità non è più secondaria rispetto alla tomaia o alla suola: al contrario, è spesso il primo dettaglio che cattura lo sguardo e determina la percezione di un’intera silhouette. La scelta del tessuto, della texture, della finitura dei lacci rivela oggi una precisa intenzione stilistica, che passa attraverso i sensi e racconta – in filigrana – un modo personale di abitare lo spazio, il tempo e l’eleganza.
I marchi più attenti all’ibridazione tra moda e design reinterpretano i lacci come elementi d’artigianalità sartoriale: cordoni intrecciati a mano, lacci piatti in raso, stringhe cerate o bordate, tessuti hi-tech con riflessi satinati. È sufficiente osservare i dettagli delle Liu Jo Karlie 39, sneakers femminili che, pur nella loro impostazione urban-glam, utilizzano lacci in tessuto lucido leggermente satinato, esaltati dalla lavorazione metallica della tomaia. Il contrasto visivo fra lucentezza e opacità, fra morbidezza del laccio e rigidità strutturale della scarpa, costruisce una tensione estetica perfettamente bilanciata, che richiama la logica del prêt-à-porter più raffinato.
Ma il dialogo tra lusso e materia si spinge ben oltre il gioco cromatico. Alcune calzature propongono lacci in velluto operato, seta grezza, pelle scamosciata intrecciata o persino in materiali ibridi con finiture metalliche. In questo senso, le Skechers Uno Lite Razzle Dazzle rappresentano un perfetto equilibrio tra casualwear e dettagli ricercati: la stringa piatta, larga e leggermente cangiante, abbinata a una tomaia decorata con strass ton sur ton, eleva l’insieme a un livello estetico decisamente superiore rispetto alla sneaker tradizionale. In questo caso, il laccio diventa ornamento, strumento di brillantezza e punto focale dell’attenzione, in grado di trasformare la scarpa in un elemento narrativo e capace di interagire con gioielli, borse, texture degli abiti.
Vi è poi l’uso strategico del contrasto materico: accoppiare una sneaker in pelle martellata o in tessuto tecnico con un laccio in raso è un gesto raffinato e insieme sovversivo, che rompe la coerenza per costruire un messaggio visivo più audace e complesso. Anche calzature apparentemente più neutre, come le Igi&Co Sneakers Donna con zeppa, rivelano una forte vocazione al dettaglio attraverso l’uso di stringhe tonali leggermente lucide, capaci di dialogare con la finitura opaca della tomaia e con gli inserti in pelle laminata. Qui il laccio non grida, ma testimonia eleganza: è la nota vellutata che completa una armonia visiva fatta di equilibrio e compostezza.
Accanto ai materiali classici e nobili, il mondo del design contemporaneo sperimenta anche l’utilizzo di lacci metallici, catene flessibili, tessuti rifrangenti, gomma naturale e silicone. Si tratta di materiali non convenzionali che, oltre ad arricchire l’estetica, introducono una dimensione funzionale legata alla resistenza, alla sicurezza o alla visibilità in ambienti urbani. Le Champion Sprint Bambina con glitter, con i loro inserti luminosi e la chiusura mista laccio-elastico, incarnano questa doppia funzione: decorativa da un lato, protettiva e pratica dall’altro. Il laccio, anche in ambito junior, si fa giocoso, narrativo, didattico, e partecipa attivamente alla costruzione del gusto fin dalla prima infanzia.
A tutto ciò si aggiunge una componente tattile spesso trascurata: la sensazione dei lacci tra le dita mentre li si stringe o li si annoda, il modo in cui scivolano, il loro grado di flessibilità o rigidità. Questo dialogo fra mano e materia è parte integrante dell’esperienza estetica. Allacciare lacci in raso è diverso che maneggiare corde in cotone grezzo; i primi restituiscono una sensazione di fluidità e lusso, i secondi parlano di autenticità e naturalità. In entrambi i casi, però, il gesto si fa intenzione, e l’intenzione si fa forma, trama visiva di un racconto personale.
Scopri la collezione completa di sneakers su Centro Mega e lasciati ispirare da modelli pensati per esprimere ogni sfumatura del tuo stile, o contattaci per ricevere consigli personalizzati. Perché anche il gesto più quotidiano – come annodare un laccio – può diventare un atto di eleganza, autenticità e libertà.